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Martedi 13 agosto 2013

Anfiteatro Romano di Alba Fucens

MANIFESTO 2013

 

I conti non tornano, è guerra piena.

L’aspettativa è messa in aspettativa, il (bi)sogno è postdatato. Ogni tentativo edile, per qualcosa costruire, è frenato da una realtà statica, immobile. La politica ufficiale è riuscita nel difficile compito che si era prefissa: tassare lo slancio. Al ventunopercentocirca. Mentre la cosiddetta nuova economia (pron.: niùeconomi) si è risolta in un virtuale pagherò che ora piange solo miseria, uno spalmadebiti perpetuo, l’arte riparte dal reale. Si riappropria di luoghi che non le erano concessi, trova nuovi modi per esistere. Fa questo, l’arte visiva: forza i limiti, cerca altrove, porta l’aspettativa in posti altri. Albe Animate arriva alla sua seconda edizione con le unghie e con i denti, si ricostruisce dentro pub, centri commerciali, casali. Con la certezza che al momento, anche il solo esistere per realtà come questa sia un dignitoso atto politico, seppure colorato e scanzonato.Il nostro Festival si guarda intorno, (r)accoglie quello che lo colpisce e lo porta in mostra in maniera itinerante.
Il tema di quest’anno è il sogno. Un sogno fortemente ancorato al reale, come spazio edificabile su cui costruire. Che ora sta lì a ricordare a chi relega arte&cultura alla voce sprechi il suo acceso manifesto: “l’arte ha un piglio lungimirante in grado di farsi politica, indotto, prospettiva futura. Si rigenera, riparte dalle macerie, costruisce castelli in aria esentasse pronti a resistere alle crisi”.

L’economia ufficiale è all’impasse, incapace di fare i conti con la realtà.

L’arte è ancora lì che sopravvive.

L’arte vive di uno sguardo lucido,
dentro cui i conti finiscono sempre per tornare.

 

 

Emanuele Martorelli, direzione artistica Albe Animate Festival

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